Ma è una storia fantasy?



Quando incappai nell'universo tolkeniano,  più o meno all'età di quindici anni, nella biblioteca della mia città, avevo già fatto conoscenza con Nani, elfi e salamandre. Era questo il titolo che identificava il capitolo sul fantasy nel mitico "Manuale delle Giovani Marmotte".
Insomma, avevo già letto un po' di romanzi fantasy, ma l'incontro con il mondo della Terra di Mezzo mi aveva folgorato, Perchè non si trattava di leggere delle storie, ma di scoprire un mondo. Un mondo fantastico, certo, popolato da esseri speciali, ma non sfacciatamente magico.
Scoprii più tardi che il Professore si richiamava all'epica antica, alle leggende del Nord, e persino i linguaggi inventati traevano spunto dagli antichi idiomi parlati in Europa.
E questo me lo rendeva ancora più affascinante.

Le storie fantastiche abbondano tra  i racconti e le leggende tramandate nelle culture montane. Una tra tutte, forse tra le più complete e organiche è la Leggenda dei Fanes.  Si narra di un popolo, alleato con le marmotte, che costretto a seguire le mire espansionistiche di un re, finisce per scomparire.
Nella storia e nei racconti a essa correlati, vi è abbondanza di streghe, personaggi fantastici, nani e animali parlanti, tanto che lo si potrebbe definire un fantasy 'ante litteram'.



Sedotto da questa ultima narrazione, ne ho tratto spunto per il primo abbozzo del romanzo  "Madreselva", ma presto mi sono reso conto che il mio lavoro avrebbe dovuto soggiacere ad alcune leggi fondamentali  del fantasy:
1) la sospensione dell'incredulità: ogni volta che leggo un qualsiasi tipo di narrativa, o assisto ad un'opera teatrale o cinematografica sono disposto ad accettare qualsiasi situazione che nel nostro mondo sia  semplicemente improbabile o impossibile ( ad esempio , che si possa viaggiare nel tempo) affinchè possa fruire di quell'opera di fantasia. E' necessaria una coerenza nella narrazione e una adesione al canone di riferimento perchè la sospensione sia effettivamente efficace.

2) la creazione di un mondo: le opere fantasy non sono ambientate nel mondo "reale" quello che noi abitiamo. Esistono in mondi alieni, tuttalpiù in realtà parallele alla nostra ma nascoste ( come è il caso della saga di Harry Potter). Io intendo raccontare del nostro mondo, della Storia di una specifica valle. quella attraversata dal fiume Brembo,  in un periodo preciso, la prima metà del XV secolo.

3) la classificazione:  la letteratura di genere è sottoposta a una classificazione che incasella ogni opera. Non volevo correre il rischio di essere etichettato come fantasy solo per aver introdotto un po' di magia (che, a ben vedere, forse c'è).


 Quanto di fantastico si può trovare nelle storie di Madreselva è quello che percepivano le donne  e gli uomini dell'epoca, che vivevano qualsiasi fenomeno non facilmente comprensibile come  proveniente da forze sovrannaturali, perlopiù guidate dagli spiriti malvagi.

Pertanto non troverete storie fantasy. Storie fantastiche, sì. Leggende che venivano tramandate  a ogni stagione, imbevute del fantastico che popolava il mondo medievale, e a cui si ricorreva quando non si era in grado di spiegare i fenomeni naturali. Quelle le troverete.

Ma il mondo di Madreselva non è un mondo fantasy. E' il mondo delle nostre radici, della nostra storia che in quei secoli ha visto decine di guerre civili insanguinare le valli e le pianure  di tutto il nostro Paese, che ancora non si riconosceva come Nazione.

Per raccontare una storia si deve creare un mondo. Così dice Umberto Eco: "per raccontare bisogna innanzitutto costruirsi un mondo, il più possibile ammobiliato sino agli ultimi particolari".
Intento di questo blog è quello di essere di supporto al romanzo per ri-creare il mondo di Madreselva.


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