Tarassaco

Credo che qualsiasi bambino abbia ben presente questa pianta. I fiori giallo acceso spiccano nel prato, lo illuminano come tante stelle. Le infruttescenze globose che si liberano dal gambo con un soffio di vento o un  fiato di bimbo, per poi veleggiare come piccoli paracadute, ancora stupiscono i più piccoli.

Sono comuni, questi fiori, in tutti i prati, e sia i fiori che i semi volanti caratterizzano il paesaggio a volte sino a estate inoltrata. Il colore giallo li fa sembrare dei piccoli solo, non è un caso che appartengano alla famiglia delle Asteracee - aster significa stella.  Ecco che ricorre il legame tra i fiori e il firmamento. Ma se con le stelle alpine il pensiero corre alle gelide notti d'alta quota, quando la luce delle stelle basta a illuminare i ghiacciai, i fiori di tarassaco evocano piuttosto le pigre sere della tarda primavera,  durante le quali ci si dilunga nei prati a parlare di futuro e d'amore.

Si consuma, il tarassaco, in molti modi. Mia nonna me lo proponeva come ingrediente del minestrone, che solo da lei accettavo di consumare.
Questa pianta ha molti nomi, ma una sola personalità. Tenace, ben piantata nella concretezza del prato, sopporta le ingiurie di bambini e adulti, pronta a offrire in cambio lo splendore delle sue corolle.

Libri che chiamano altri libri

Si sa che Herman Melville fu ispirato nella sua opera “Moby Dick” dalla lettura del libro Narrazione del naufragio della Baleniera Essex di Nantucket che fu affondata da un grosso Capodoglio al largo nell'Oceano Pacifico, scritto da uno dei protagonisti. Egli ci aggiunse poi la sua esperienza di marinaio, realizzando uno dei romanzi più potenti come creazione dell’immaginario.
Senza Walter Scott e i suoi romanzi, la stesura de “I promessi sposi” , per la quale Manzoni si avvalse anche di ricerche sui documenti dell’epoca in cui era ambientato, non sarebbe diventato il primo romanzo storico italiano e uno dei fondamenti della lingua italiana.

Nel corso degli anni mi sono trovato a far prevalere le mie preferenze in fatto di libri a favore della saggistica. Amo la narrativa, ma mi ha recentemente portato alcune delusioni per via di libri decantati come capolavori, ma che alla fine dei conti si rivelavano poco più che accettabili, senza che intaccassero l’animo del lettore come invece fanno opere come quelle incluse in questo elenco.
La saggistica invece, se ben selezionata, raramente delude. Se sei alla ricerca di risposte, o di semplice conoscenza, e scopri la chiave necessaria a cogliere il messaggio, le informazioni che l’autore ha voluto infondere nelle parole scritte, allora scatta tra te e il libro una relazione intensa, quasi amorosa.

Quell’opera diventa punto di riferimento, leggi la realtà - non tutta, solo quella porzione che copre le tematiche in questione - alla luce della conoscenza racchiusa in quel libro.

E da esso ti lasci ispirare, sia che tu stia coltivando una storia o no.

Psalterio di Eadwin - Canterbury - XII sec.

Così è accaduto a me con “De Arte Illuminandi” manuale di tecniche di miniatura scritto in Italia nella seconda metà del XIV secolo. Trovato in una libreria di remainders, la sua lettura ( parziale, a salti, non ha la trama di un romanzo, è un trattato!) ha depositato in me un grumo di conoscenza, che poi è servito per la realizzazione del racconto “Al monte” della raccolta “Alla ricerca dei draghi” che narra le vicende di un monaco mandato a recuperare del rosso cinabro presso un’altra abbazia.


Spesso accade, anche senza avere storie nella faretra, che alcuni libri lancino frecce che colpiscono e lasciano il segno. Così è stato per “Donne che corrono coi lupi” di Clarissa Pinkola Estes, che nella descrizione della Donna Selvaggia apre la stura a decine di possibili narrazioni , e che mi riprometto di riprendere in mano con la speranza che almeno una di queste narrazioni possa diventare mia.
Rethorica Antiqua - 1215  - Boncompagno da Siena

Accade anche nella stesura di Madreselva che debba confrontarmi con manuali e testi storici, per corerenza narrativa e per trarre anche in questo caso ispirazione. Mi sono stati cari, nel tempo della scrittura della storia di Madreselva, il primo libro della “Storia della Val Brembana” di Felice Riceputi, e l’Erbario Volgare del 1522.

Come ho già detto in questo blog, grande influenza nelle mie narrazioni ha avuto la leggenda di Fanes, la saga di un popolo sfortunato che rappresenta un archetipo nelle leggende e nella letteratura fantastica di montagna.
Copia originale in mio possesso - del 1951


Non sai mai cosa puoi trovare nei libri. Storie che aspettano solo di essere scoperte e narrate, o frammenti di verità e notizie che puoi comporre a piacimento per creare nuove storie, così come con le note si creano nuove melodie.